Dalla folle Las Vegas esce il rosso Ferrari

E’ proprio vero che Las Vegas non dorme mai, ma tenere i piloti in pista fino alle 4 di mattina è una vera assurdità. Ma c’erano dei tombini da saldare, come se quella di Las Vegas fosse la prima gara della storia in un circuito cittadino. Incidenti del genere c’erano già stati a Baku e Monaco, ma proprio per questo Liberty Media che è anche organizzatrice della gara, avrebbe dovuto pensarci prima.

Bello lo spettacolo delle luci, bellissimo l’edificio che ospita i box, bella anche la pista in fin dei conti. Sarà pazzesco lo show pre gara da quanto si è intuito vedendo la presentazione del weekend. Ma pensare anche allo sport, come ha suggerito Max, non sarebbe stato sbagliato. La figuraccia c’è stata tutta, anche se Vasseur a parte (Las Vegas parte con una figuraccia. E fa bene Vasseur ad arrabbiarsi) nessuno si lamenta.

Cornuto e mazziato si dice da qualche parte. Carlos Sainz si è preso un tombino trasformato in proiettile quasi sulla schiena e, beffa delle beffe, dovrà pagare con 10 posizioni di penalità sullo schieramento perchè la batteria della sua Ferrari non è sopravvissuta al crash e ne ha dovuta montare una nuova. La Ferrari ha chiesto alla Fia una deroga, ma la risposta è stata negativa. Assurdo. A vergogna (tombino) si è aggiungta vergogna (penalità).

La pista almeno ci ha raccontato qualcosa di diverso. Alle 4 di mattina c’erano due Ferrari davanti a tutti con un Leclerc particolarmente in palla con oltre mezzo secondo di vantaggio su Sainz e Alonso. Max se l’è presa comoda. Ha lavorato con molto carico, forse pensanso alla gara e al consumo delle gomme. E’ solo sesto a quasi un secondo da Charles. Ma la Red Bull ci ha abituati a partenze lente. E anche se erano le quattro del mattino era pur sempre venerdì.

Tra le follie di questo primo giorno da segnalare che all’1.30 sono state chiuse le tribune e allontanati gli spettatori paganti. Esordio senza pubblico in pista insomma…

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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